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23 ottobre 2019. Roma. Luca Sacchi viene ucciso da Valerio Del Grosso durante un tentativo di rapina di denaro destinato alla compravendita di marijuana.
25 ottobre 2019. "Luca Sacchi, l'omicidio che scuote Roma: e spunta la parentela con la Magliana". Questo è il titolo che apre un articolo de "Il Messaggero" di quel giorno.
25 ottobre 2019. Sulla parentela con la Magliana cala già il tramonto e, subito dopo, la notte. Silenzio totale. Oblio assoluto.
30 marzo 2023. Vengono pubblicati diversi articoli sulle richieste del PM al processo alla banda di La Rustica per traffico di stupefacenti. Tra gli imputati troviamo Armando De Propris, padre di Marcello De Propris, condannato per l'omicidio di Luca Sacchi in quanto ha fornito a Valerio Del Grosso l'arma del delitto.
Per definire la banda di La Rustica, capeggiata da Daniele Carlomosti, viene anche citata un'intercettazione di Massimo Carminati, comunque non coinvolto nel processo.
Carlomosti intratteneva rapporti con il clan Senese, guidato da Michele Senese, e con Fabrizio Piscitelli, detto "Diabolik",
capo della Curva Nord della Lazio e trafficante di droga legato ad ambienti di estrema destra, ucciso il 7 agosto del 2019.
12 aprile 2023. "Colpo alle piazze di spaccio: 15 in manette tra Torpignattara e Pigneto", questo il titolo di "Rainews", ma la notizia è ampiamente diffusa nei media. Tra le persone coinvolte troviamo Giovanni Princi, amico di Luca Sacchi, condannato, con rito abbreviato, per violazione della legge sulla droga nell'ambito dello stesso caso Sacchi.
In questi articoli si torna all'episodio dell'11 ottobre 2019, forse troppo velocemente liquidato nel corso del processo e sicuramente il più possibile e velocemente trascurato dai media.
Quel giorno i carabinieri identificano Luca Sacchi, Giovanni Princi e tale Fabio Casale interrompendo, secondo il Gip, una trattativa per la compravendita di droga. In seguito a quell'episodio Princi si sarebbe poi rivolto a Del Grosso e Pirino. Il resto è cronaca.
Cosa hanno in comune quel 25 ottobre 2019 - il giorno in cui spuntò la parentela con la Magliana per subito dopo tramontare e sprofondare nell'oblio - con queste ultime due notizie di cronaca? Ecco: queste due notizie potrebbero rappresentare la luce dell'alba su quella parentela. Ma andiamo nel concreto.
Sul blog collegato a questa pagina e su questa pagina stessa, ho seguito, analizzato, mostrato le tecniche e le strategie usate da certi media per allontanare ogni sospetto da Luca Sacchi: menzogne, depistaggi, manipolazione delle informazioni e dell'opinione pubblica. Nel blog c'è una sezione dedicata a ciò. Ma non è questo il punto, adesso e qui. Adesso e qui il punto è un articolo che ho pubblicato il 6 maggio 2021. Per scriverlo, ho fatto una cosa molto semplice. Sono tornato all'articolo del "Messaggero" e ho preso il nome di Tiberio Simmi, il parente di Alfonso Sacchi il cui esercizio commerciale è poco distante dalla Taverna Le Coppelle dello stesso Sacchi e che rappresenta quindi quella "parentela con la Magliana" che nessun media ha sentito il bisogno di approfondire. Ebbene, ripercorrere attraverso articoli di cronaca nera - anzi, nerissima - la storia di Tiberio Simmi, significa ripercorrere cinquanta e oltre anni di criminalità, organizzata e non, che ha attraversato Roma e che, questo è il punto, porta diritta al contesto proprio dell’omicidio di Luca Sacchi. In questo storia troviamo tutti gli elementi che, in vario modo, caratterizzano gli eventi sfociati nella tragedia di quel 23 ottobre: criminalità organizzata, movimenti di estrema destra, traffico di droga, omicidi, corruzione.
In questo articolo ho esposto in modo preciso nomi e fatti, sintetizzati in elenchi e schemi. Tra questi nomi troviamo alcuni che emergono, guarda te il caso, nelle ultime due notizie citate, ovvero, a vario titolo: Massimo Carminati, Michele Senese e il clan Senese, Fabrizio Piscitelli (“Diabolik”, tra i capi degli ultras Lazio, leader del traffico di droga e vicino a Forza Nuova, ucciso con un colpo alla nuca il 7 agosto 2019) e, più in generale, quell’intreccio tra criminalità organizzata e criminalità comune nella gestione del traffico di droga capitolino.
E allora, perché? Perché per anni abbiamo assistito allo spettacolo ripugnante di una stampa che, rinunciando a ogni dignità professionale e umana, ha fatto di tutto per nascondere tutto ciò? Per depistare ogni attenzione da Luca Sacchi e dal suo contesto, depistando in questo modo ogni attenzione anche dai responsabili della sua morte?
Sarebbe - anzi, è - ora di fare luce sul perché, in un caso di omicidio legato al traffico di droga, non si è quasi mai parlato di traffico di droga né dei responsabili dell’omicidio.
Articolo qui:
https://bit.ly/3BNTOB4
Articoli su media e caso Sacchi qui:
https://bit.ly/3MPouuP

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