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Nel 1926 il poeta Giuseppe Ungaretti sfidò a duello un altro scrittore, Massimo Bontempelli. All'origine del duello vi erano questioni poetiche: un articolo di Bontempelli pubblicato sul quotidiano "Il Tevere" critico verso lo stile ermetico di Ungaretti.

Poiché all’epoca i duelli non erano più consentiti, ma tollerati purché avvenissero lontano da occhi indiscreti, i due si trovarono d’accordo nello sfidarsi nel giardino della villa di Luigi Pirandello, che fu entusiasta all'idea che si potesse duellare in nome della poesia. Ad assistere al duello c'era anche Gabriellino D'Annunzio, figlio di Gabriele D'Annunzio.

Si decise di usare come arma la spada per un duello "al primo sangue", ovvero che si sarebbe interrotto alla prima ferita. Nonostante la foga di Ungaretti, che partì subito all'attacco, il duello si risolse con la vittoria di Bontempelli, che colpì con un colpo di spada Ungaretti al braccio destro.

Dopo essersi fatto medicare, Ungaretti volle riconciliarsi con Bontempelli. I due poeti fecero pace con una bella birra fresca offerta da Pirandello.

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