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La scienza del tiro ad effetto di Roberto Carlos.
L'effetto Magnus nel calcio, la scienza dei tiri ad effetto.

E’ il 3 giugno del 1997, sta per cominciare un torneo amichevole piuttosto particolare tra quattro grandi Nazioni del palcoscenico calcistico. Si tratta di una preparazione ai Mondiali che si sarebbero svolti l’anno dopo in Francia. I nostri cugini francesi ospitano Brasile, Inghilterra e Italia in un quadrangolare di lusso. Quella sera del 3 giugno scendono in campo Francia contro Brasile.

Il risultato è in bilico e viene fischiato un fallo su Romario, in favore del Brasile. Roberto Carlos, talentuoso terzino sinistro di spinta, prende in mano il pallone. Cosce muscolose ed esplosive, precisione di tiro, tecnico e dribbling, non manca nulla a quel formidabile giocatore, eppure la distanza è notevole e nessuno avrebbe mai potuto immaginarsi quello che sarebbe accaduto nei successivi secondi.

R. Carlos posiziona il pallone con eterna calma e snervante precisione, prende una lunghissima rincorsa e calcia in maniera potentissima da oltre 30 m. La palla parte con una direzione assai distante dal lato sinistro della porta protetta da Barthez (circa 6m), che rimane immobile.

A circa metà traiettoria il pallone, che sta spaventando i tifosi a lato della porta, inizia a curvare, lasciando senza parole gli stessi ed il portiere dei Blue.

L’intero stadio più i telespettatori a casa hanno appena visto qualcosa fuori dal normale. Hanno appena visto curvare un pallone come mai prima. Uno dei calci di punizione più spettacolari nella storia del calcio.

Il segreto di questo magico tiro è l'effetto Magnus. Una lezione di fisica che nessuno avrebbe mai dimenticato.

Nella parte destra del pallone (vedi l’immagine), gli strati d'aria trascinati dal moto rotatorio si scontrano con quelli dovuti allo spostamento. Per il principio di Bernoulli ne segue che il flusso risultante che sfiora il pallone è più lento e, quindi, la pressione è maggiore.

A sinistra invece (sempre rispetto all’immagine del pallone visto dall’alto come se fossimo R. Carlos), le correnti d'aria dovute alla rotazione si muovono in maniera concorde con quelle dovute allo spostamento, per cui la velocità dell'aria è maggiore e la pressione minore.

Questa differenza di pressione sui due lati del pallone genera una forza (che potremmo paragonare volgarmente alla portanza generata dalle ali di un aereo) che fa curvare il pallone verso sinistra.
Fonte: La Rete

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