Manny Pacquiao non potrà esaudire l’ultimo sogno sportivo rimasto nel suo cassetto.
Il Comitato Olimpico non ha concesso la deroga che Pacquiao aveva chiesto per poter prendere parte ai Giochi di Parigi nonostante i suoi quarantesei anni di età (limite massimo quaranta).
La decisione di per sè é comprensibile (le regole sono regole per tutti, anche per le leggende), ma a mio avviso diventa molto meno comprensibile se analizziamo il “contesto boxe” generale.
Nel pugilato ormai contano più i followers delle abilità sportive, abbiamo un campione del mondo dei pesi massimi di nome Tyson Fury che da due anni prende tutti per il naso (in realtà non è esattamente il naso) e l’altra superstar - Anthony Joshua - che sta per affrontare un atleta di MMA. E poi giudici ciechi o corrotti, rankings fatti da gente che non ha mai visto un incontro e un circo di influencer e youtuber che guadagnano più dei pugili veri.
In tutto questo, siamo sicuri che lo scandalo sarebbe stato permettere al vecchio Manny Pacquiao di sfidare giovani di vent’anni nel pieno delle forze?

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