Quando un uomo ti manda al tappeto ridendo, capisci che c’è qualcosa di disturbante nel suo modo di combattere...
Max Baer era questo: talento smisurato, potenza da demolizione, e una leggerezza disarmante.
Dentro il ring sembrava un giullare, ma i suoi pugni avevano il peso di una condanna...
14 giugno 1934, Madison Square Garden Bowl, Baer sfida Primo Carnera, il campione del mondo.
Carnera pesa 120 chilogrammi, è un colosso, ma Max non è impressionato. Ride, scherza… e poi lo demolisce.
Già nei primi due round, sei knockdown. Carnera cade, si rialza, ricade.
Baer lo colpisce come se stesse giocando. Si diverte talmente tanto da non voler chiudere subito il match.
Carnera, coraggioso ma in difficoltà, continuava a rialzarsi… con una caviglia malridotta e il volto segnato da una lenta, quasi teatrale, umiliazione.
Eppure Max non lo finì subito. Perché? Forse si stava semplicemente divertendo troppo.
Carnera riuscì persino a strappare qualche ripresa , mentre il pubblico assisteva a una delle esibizioni più spietate che un ring avesse mai ospitato.
All’11º round, dopo altri due crolli, l’arbitro ferma il massacro.
Carnera lascia il ring distrutto, con lo sguardo perso nel vuoto, il volto gonfio e il corpo segnato. Nei corridoi del Madison Square Garden, mentre lo sorreggono a fatica, riesce solo a mormorare, come in un mantra smarrito: “Santo Dio… Santo Dio…”
Aveva incassato 11 knockdown. Nessun campione dei massimi era mai stato trattato così...
Baer avrebbe potuto dominare un’era. Ma dopo il titolo arrivarono le feste, le donne, la distrazione.
Perse il titolo contro James J. Braddock. Una sconfitta che nessuno dimenticherà...
E pensare che tutto era cominciato così: con un gigante al tappeto, e un uomo che rideva mentre diventava campione del mondo.
Quel match con Carnera rimane una delle notti più assurde, teatrali e crudeli della storia dei pesi massimi.
Un circo. Un massacro. Un capolavoro nero.
