Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per tutti Sòcrates, nasce in Brasile il 19 febbraio del 1954. Il nome, davvero singolare, è dovuto alla passione del padre per i classici greci: è infatti nella “Repubblica” di Platone che l’uomo, appassionato autodidatta, conosce e apprezza la figura di Socrate.
Del grande filosofo greco il giovane Sòcrates non prenderà soltanto il nome: infatti i grandi valori di libertà di parola e di impegno etico incarnati dal suo celeberrimo omonimo saranno per lui fonte d’ispirazione durante tutta la vita.
Ma è il 1982, l’anno del Mundial in Spagna, a segnare la sua storia: in segno di protesta politica contro il regime al potere in Brasile in quegli anni, il calciatore-filosofo si rende autore di una vera e propria rivoluzione. I giocatori del Corinthias infatti, capitanati da Sòcrates, decidono di avviare un periodo di autogestione della società: coinvolgeranno tutti, dall’allenatore Mauro Travaglini all’ultimo dei magazzinieri, ciascuno col medesimo potere decisionale, secondo il motto “essere campioni è un dettaglio”. I giocatori scendono in campo con la scritta ”Democracia Corinthiana” sul petto, facendo breccia nel cuore dei propri tifosi e del popolo paulista, oppresso dal regime militare. Quel Corinthias vincerà due Paulistao, nell’82 e nell’83’.
Due anni più tardi Socrates perde una grande battaglia: viene infatti bocciato il decreto di legge per l’istituzione di una democrazia e il “Dottore” decide di lasciare il Brasile per l’Italia, trasferendosi alla Fiorentina. Alla domanda “Quali italiani conosci? Rivera e Mazzola?” rispose: “Non li conosco, sono venuto in Italia per studiare Gramsci in lingua originale”

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