Avevo detto che l'avrei fatto, quindi eccovelo qua: un lungo post su ciò che quest'opera mi ha lasciato.
Questo manga è particolarissimo, inizia come opera dalle tinte horror, si evolve in thriller politico/spionistico e conclude come uno spaccato abbastanza veritiero su temi come razzismo e pregiudizio verso il prossimo. Sono poche le opere come questa, in cui si ha una visione abbastanza dettagliata e di conseguenza una comprensione profonda delle personalità e delle emozioni dei personaggi, di tutti i personaggi. Eren è un protagonista abbastanza facile da comprendere all'inizio, la voglia di vendetta e la rabbia che lo spingono ad affrontare un nemico all'apparenza inarrestabile sono i sentimenti che chiunque si aspetterebbe da lui, ma subirà un'evoluzione non sempre scontata col proseguire della trama. Più scopre cose sul mondo, più si fa cinico, più cose si viene a sapere e più diventa difficile fare una distinzione netta tra bene e male. Molti lo riassumerebbero nel classico 'il mondo non è solo o bianco o nero, ci sono i grigi' e si può dire tranquillamente che in questo manga ogni personaggio è un grigio diverso e ben differenziato dagli altri. Eren, in un certo senso, siamo tutti noi: lui passa la sua vita a cercare e combattere per essere libero, quando in realtà, si scoprirà non esserlo mai stato davvero, anche le scelte che compie sono dettate, alla fine, dalle circostanze in cui si trova, lo si vede bene in uno degli ultimi capitoli, in cui ha una visione di quello che sarebbe stato il mondo se avesse scelto la libertà. Lui no, alla fine ha sacrificato la sua libertà, insieme all'80% della popolazione mondiale, per dare a quelli che sarebbero rimasti ed in particolare ai suoi amici Armin e Mikasa (che ammetterà di amare quando ormai è morente) una possibilità di pace e di vita libera. Noi, come lui, da bambini abbiamo sogni e libertà, vorremmo essere mille cose da adulti, ma man mano che cresciamo, siamo costretti a fare scelte spesso dettate dalle circostanze che ci circondano e che spesso vanno in una direzione opposta a quella che vorremmo. Nell'ultimo capitolo, Armin ha una lunga conversazione con Eren dove scopriamo anche i motivi per cui Ymir la progenitrice dei giganti, nonostante avesse ottenuto praticamente il potere di un Dio sulla terra, decise di sottostare a Re Fritz, e sorprendentemente per Armin, il motivo era che lei era innamorata del Re. Lo stesso Re che l'aveva resa schiava, aveva sterminato la sua famiglia e l'aveva torturata. Chi vede un controsenso in questa cosa dovrebbe dare una rapida occhiata alla cronaca e poi può anche stare zitto. Non dico che sia comprensibile per me questa motivazione, ma capisco che alcune persone hanno bisogno di dipendere dagli altri, anche se questi sono malvagi e le maltrattano. Anche in questo si vede la maestria nel caratterizzare i personaggi di Isayama. Maestria ancora più evidente nelle motivazioni per cui Ymir sceglie di affidarsi a Eren e Mikasa, che rappresentano rispettivamente il Re e Ymir stessa, il parallelismo sta nell'amore che lei prova per lui, il quale vuole distruggere il mondo e plasmarlo secondo le proprie volonta, ma Mikasa riesce e mettere da parte il proprio sentimento e a fare ciò che va fatto, cosa che Ymir non è mai riuscita a fare, spezzando così la maledizione dei giganti.
Nell'ultimo capitolo, forse per la fretta di chiudere, forse per l'emozione vi sono alcune inesattezze di trama: la più grande il fatto che Mikasa riacquista dei ricordi che Eren le aveva cancellato. Lei essendo una Ackerman e un'Azumabito è immune al controllo dei ricordi esercitato dal progenitore, è stato un punto cardine della trama quando sono state spiegate le ragioni per cui la famiglia Ackerman è stata quasi sterminata. Altra incongruenza è il fatto che spezzata la maledizione, tutti i personaggi trasformati in giganti sono tornati a sembianze normali, ma questo non sia avvenuto ai milioni di giganti colossali che erano nelle mura e che hanno schiacciato il mondo nelle fasi finali. Errori grandi? Sì. Rovinano il finale? Un po'. Rendono brutta un'opera che fino a quel punto è stata bellissima? Ma non scherziamo!! L'attacco dei giganti può piacere o non piacere, ma gli va riconosciuto il fatto di essere un'opera estremamente adulta con dei personaggi caratterizzati in maniera sublime, la cui lettura non può fare a mano di far provare emozioni contrastanti e farci riflettere profondamente su come ci approcciamo agli altri. Per me è, e resterà sempre, uno dei migliori manga che abbia mai letto.