La verità è che Clubbez è bello perché ci ricorda le sembianze di un bar. Quel bar in cui entri e non conosci nessuno, ma ti siedi al bancone e all’improvviso, in una manciata di minuti, conosci un po’ tutti.
C’è chi bestemmia, chi disegna, chi scrive, chi suona, chi vuole far divertire, chi crea meme, c’è l’amico che deve far battute ogni due per tre e c’è quello che si ubriaca dopo uno spritz.
Non può mancare il fissato di serie tv, o di film, o di videogiochi, e poi c’è chi non è fissato su nulla, chi non parla mai di niente ma ascolta. Preferisce così. Gli sta bene così, e anche agli altri sta bene.
C’è chi invece non ascolta proprio, parla e basta, magari ha bevuto un bicchierino di troppo o magari è proprio così, ma gli piace parlare, sputare idee, e a tanti altri piace seguire quelle parole, farle proprie, o magari dimenticarle subito dopo.
Tanta gente invece segue un ideale, gli animali, la natura, la terra, le persone, le scopate; e c’è altrettanta gente che non segue nulla.
C’è chi è triste, chi cerca un po’ di sollievo, chi è felice, chi è soddisfatto della propria vita, chi ha difficoltà ad alzarsi dal letto, chi ha paura del domani, chi ha paura del passato, e c’è addirittura chi non ha paura di niente… ma poi si sveglia dal bel sogno e ha paura di tutto. C’è chi si sente solo e cerca un po’ di compagnia, o chi si sente soffocare dalla troppa compagnia e si ritaglia un angolo di solitudine, di anonimato, un angolo in cui poter respirare.
La verità, per me ovviamente, è che Clubbez è soggettivo. C’è chi lo vede come tanti piccoli e magnifici Club, e chi come me lo vede come un enorme Club pieno di tanti magnifici individui. Diciamo che non importa come lo si vede, in fin dei conti l’importante è riuscire a goderselo.
È il bar dove in molti parlano… e tutti, straordinariamente, si rispettano.