O di Palètone figliuolo, ascoltami, re dei Pelàsgi, con cuor benevolo. Vedi me supplice, raminga, profuga, come giovenca che il lupo incalza sovra erta balza, che al sommo vertice giunta, secura leva il suo mugghio, narra al bifolco la sua iattura.
Primo giorno su Clubbez, ci stava un versetto delle; "Supplici di Eschilo".