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#cinema #surrealismo #horror
Scritto da Luis Buñuel e Salvador Dalì e in parte tratto da alcuni dei loro sogni, “Un chien andalou” è un cortometraggio uscito nel 1929. Poco più di 20 minuti deliranti, magnifici, sconnessi, potenti e ricchi di spunti e temi. Girato dallo stesso Buñuel, che interpreta anche l’uomo che, all’inizio, taglia l’occhio della ragazza, il film ha rappresentato una fonte inesauribile di ispirazione per cineasti e artisti di ogni tipo. Qui mostro tre esempi tratti, in ordine, da “La notte dei morti viventi”, “Il silenzio degli innocenti” e “Il seme della follia” (il fotogramma rappresenta un tizio strano che va in bicicletta nel buio). Ma, a vari livelli, ricordo anche riferimenti (secondo me) a “Shining” (di Kubrick), “Velluto blu” (ma credo che esplorando altri film di Lynch, come “Eraserhead”, si troverebbero altre citazioni), “La congiura degli innocenti”, “Creepshow”, “Henry, pioggia di sangue” e “L’aldilà”. E questo senza affrontare il tema del montaggio e dell’utilizzo della musica.

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