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#misteri
Elisa Lam e l’ascensore del Cecil Hotel: il quadro fuori quadro dell’orrore.
Torniamo indietro nel tempo sino agli ultimi giorni del gennaio 2013. Composto da 19 piani e 700 camere, il Cecil Hotel si trova a Los Angeles e ai suoi ultimi piani ospita spacciatori, folli, criminali vari e prostitute. Ma, forse, la sua fama più inquietante gli deriva da essere stato, nel corso degli anni, teatro di molte disgrazie e di molti suicidi. Non ho approfondito la storia, per cui non posso dire se e quanto tali eventi luttuosi siano superiori alla media. Elisa Lam è una studentessa canadese di origini asiatiche di 21 anni, che decide di fare, da sola, un viaggio negli Stati Uniti. È affetta da psicosi bipolare per la quale prende abitualmente dei farmaci rispetto ai quali, però, sembrerebbe che durante questa vacanza abbia ridotto o proprio sospeso l’assunzione: si sente benissimo. In ogni modo, nel web basta digitare “Elisa Lam” e si trovano quintalate di articoli e video. Netflix stessa ha fatto una serie sul caso. Qui basta sapere quanto segue.
Elisa Lam arriva a Los Angeles il 26 gennaio 2013 e sceglie come hotel l’economico e imponente Cecil Hotel. Il 31 gennaio, giorno in cui avrebbe dovuto lasciare l’hotel, Elisa non si presenta al check-out né telefona ai genitori, che era solita chiamare ogni giorno. Trovano il suo cadavere il 19 febbraio in una delle cisterne poste sulla sommità del Cecil Hotel. La morte viene fatta risalire al 31 gennaio. Il video che potete vedere qui mostra le ultime immagini di Elisa prima di morire in quella cisterna. Ho tagliato la parte finale, nella quale si vede solo l’ascensore.
Il motivo per cui trovo molto interessante questo video - naturalmente con tutto il dispiacere per la tragedia avvenuta - è che rappresenta, secondo me, l’essenza di una tra le più efficaci e storiche strategie per creare tensione in un film horror (ma non solo): il fuori campo. Con una particolarità che vediamo tra poco. Il fuori campo rappresenta ciò che l’inquadratura lascia ai suoi margini. Vediamo (il video, tratto dalla telecamera sull’ascensore, è muto) Elisa compiere strani movimenti, alcuni dei quali fanno presupporre una possibile interazione con un’altra presenza: persona reale? entità proveniente da una dimensione allucinatoria? spettro? spirito? oppure nessuno ma una mimica di Elisa relativa a un gioco o a un rito? altro?
Qualsiasi sia la risposta, questa si trova fuori da ciò che possiamo vedere. I suoi gesti, i suoi movimenti, le sue espressioni sembrano molte volte reazioni all’interazione con una presenza, sulla cui natura abbiamo appena visto alcune ipotesi. Di più, ed è qui la particolarità: guardate, per esempio, Elisa quando, a sinistra del video, gesticola rivolta apparentemente a una presenza che si trova qualche metro davanti a lei. La presenza (eventuale) con la quale sta interagendo potrebbe trovarsi nello spazio racchiuso nell’inquadratura, ma non essere visibile a causa dell’ascensore.
In conclusione: sono convinto che uno dei modi più efficaci per creare tensione, mistero, forse qualche forma di paura, sia quello di stimolare percezioni dell’ignoto che incombe senza mostrare nulla che lo identifichi. Anche perché solo così permane in modo forte la natura dell’ignoto.

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