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John Clauser ha vinto il Nobel per la fisica nel 2022 ed è considerato uno dei pionieri dell’informazione quantistica. Negli ultimi mesi è nuovamente salito alla ribalta per delle ragioni non proprio meritevoli. Ha infatti rilasciato alcune dichiarazioni al limite del negazionismo climatico in cui afferma che l’impronta umana sul cambiamento climatico sia risibile e che altri fattori naturali, come le nuvole, non siano tenuti adeguatamente in considerazione.

In alcuni casi, nelle sue argomentazioni sono presenti evidenti errori. Ad esempio, il fatto di considerare la riflettività dei raggi solari (albedo) media delle nuvole pari al 90%, quando questo valore è valido per le nuvole spesse, non per tutte le nuvole che hanno anche valori di albedo più bassi. Clauser afferma di aver elaborato una teoria “innovativa” quella per cui le nuvole fungerebbero da termostato terrestre [1]. In pratica, quando ci sono poche nuvole, più radiazione solare raggiunge gli oceani, con aumento delle temperature superficiali e dell’evaporazione. Questo porterebbe alla formazione di nuvole, che andrebbero a bloccare la radiazione solare, raffreddando la superficie e riequilibrando il tutto. Agirebbero da feedback negativo.

Possibile che nessuno scienziato abbia mai pensato ad una cosa così banale? Ovviamente sì, ma la risposta del sistema è ben più complessa e le nuvole non solo riflettono radiazione solare (raffreddamento), ma possono anche assorbire e riemettere radiazione infrarossa (riscaldamento). Clauser dimentica questo piccolo particolare nel suo “termostato delle nuvole”. Inoltre, nei suoi calcoli, Clauser afferma che le nuvole sarebbero responsabili di riflettere circa 145 W/m2 dei circa 340 che arrivano dal sole. Questo calcolo è totalmente fuori da ciò che osserviamo. La riflettività totale terrestre (contributo da nuvole, ghiacci, suolo di vario tipo), infatti, è di 100 W/ m2, a cui le nuvole contribuiscono per quasi il 50% [3].

Nella sua descrizione del termostato delle nuvole, Clauser ottiene un forzante radiativo (alterazione del bilancio energetico terrestre) cento volte quello della CO2 antropica. Peccato che il suo calcolo sia basato su una variazione inverosimile (25%) della copertura nuvolosa media globale. Inverosimile perché su scale climatologiche, la variazione della copertura globale è di pochi punti percentuali [4]. Inoltre, se la sua teoria fosse corretta, all’aumentare delle temperatura di questi decenni, il sistema avrebbe risposto con un aumento della riflessione da parte delle nuvole e quindi un raffreddamento. Ma le osservazioni ci mostrano un aumento della radiazione solare assorbita dalla superficie, dimostrazione che il feedback negativo non si è innescato! Del resto, se questo termostato funzionasse come Clauser crede, non avremmo avuto i cambiamenti climatici passati di cui, spesso a sproposito, molti scettici e negazionisti parlano.

Una disamina più approfondita fatta da Gavins Schmidt, direttore del GISS-NASA, la si può trovare qui [5].
In conclusione, essere premi Nobel non rende tuttologi e autorevoli in ogni campo dello scibile umano.

Fonte: Roberto Ingrosso su Chi Ha Paura Del Buio?

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