Via: Italia Unita Per La Scienza.
La specie umana si nutre del grano da più di 11mila anni. Il frumento veniva coltivato nella cosiddetta “mezzaluna fertile” già nel 9800 a.C., eppure oggi circa l’1% della popolazione non può mangiarlo: soffre del celebre morbo celiaco. Sappiamo che questa condizione, per semplificare in breve, è legata ad una sorta di disordine immunitario, che vede un tipo di globuli bianchi, i linfociti, i responsabili dell’infiammazione intestinale quando “attivati” dalla gliadina, una proteina presente nel glutine. Ok, abbiamo individuato la predisposizione genetica (leggi bene, predisposizione) a sviluppare il morbo celiaco, ma cos’è che fa rimbambire questi linfociti e “accende” la malattia?

Ad oggi ancora non lo sappiamo con certezza. Introduciamo il grano troppo presto nella dieta? Oppure ne mangiamo troppo rispetto a un tempo? Potrebbero essere responsabili infezioni intestinali in particolari momenti della vita? Oppure è il costante aumento dell’inquinamento ambientale e l’introduzione nel nostro corpo di polveri sottili che una volta non esistevano?
Molto spesso circola disinformazione a riguardo e sono sorte anche teorie del complotto prontamente smentite (alcuni esempi ne fanno Dario Bressanini e Beatrice Mautino nel libro "Contro Natura" dove ne smontano alcune).

Di recente è stata avanzata un’ipotesi suggestiva, che ha destato anche un po’ di scalpore nel mondo scientifico: mangiamo troppo “sano”. In parole povere, controllando gli alimenti perché siano microbiologicamente “sicuri”, introduciamo nel nostro intestino molti meno microrganismi rispetto a un tempo, microbi (non necessariamente patogeni) che potenzialmente ci aiuterebbero a digerire diversi nutrienti.

Per dimostrare questa “ipotesi igienica” (che oggi non è ancora troppo mainstream), un team di ricercatori della Cook University in Australia ha infestato alcuni volontari celiaci con Necator americanus e Ancylostoma duodenale, il verme nematode di cui vedete in foto il bellissimo sorriso e che infesta tuttora mezzo miliardo di persone nel terzo mondo. E cosa hanno scoperto? Che la presenza dei vermi migliorava la qualità della vita, che aumentava la tolleranza al glutine e che addirittura diminuivano alcune classi di linfociti intestinali. Ma non perché 'sti vermi hanno i superpoteri, piuttosto perché (pensiamo) la loro presenza ha tenuto occupati i linfociti a fare altro, dando spazio anche ad altre specie batteriche.

Insomma, un nuovo tassello nel grande ed enigmatico puzzle del microbioma, quella popolazione di forse 10 MILIONI di specie differenti di microrganismi che abitano il nostro corpo, più di 2 kg di esseri viventi che ci portiamo dentro e addosso ogni giorno, dalla nascita alla morte, e il cui ruolo è stato per troppo tempo incompreso. Chi lo sa, magari un giorno cureremo malattie infettandoci con batteri o virus geneticamente modificati piuttosto che prendendo antibiotici, se tutto questo venisse confermato: diteci, per non rinunciare ad una pizza voi mangereste volontariamente il mostro alieno che vedete in foto? ?

Fonti e approfondimenti:
1) https://www.nature.com/articles/srep13797
2) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25248819
3) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/p....mc/articles/PMC38728
4) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/p....mc/articles/PMC17162
5) https://depts.washington.edu/c....eeh/downloads/FF_Mic
6) https://www.karger.com/Article/FullText/479881
7) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21949691
8) http://www.ansa.it/web/notizie..../rubriche/scienza/20

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