Le avventure si son fatte attendere, chiedo scusa per il ritardo. Quello del party intero, mica solo il mio.
Ordunque!
Eravamo rimasti alle big revelations, e in mezzo son successe un sacco di cose. Intanto siamo andati a dormire perché miseria ladra sì, è l’unico modo per recuperare slot, punti ferita, dadi ispirazione, voglia di vivere e annessi vari. Poi c’è da dire che ci è letteralmente piovuto dal cielo l’orco Maestro delle Rune, totally made in Midgard™.
Ci svegliamo con armature animate che trucidano guardie e cittadini. “Ancora cinque minuti” non viene ascoltato dalla mamma. Ci si catapulta a fare quel che si può, si abbatte qualche nemico che chissà-da-dove-viene, finchè non si arriva alla piazza centrale dove l’amico fabbro sta scartabellandosi di botte con la sua nemesi e oh, vince lui ma a brutto proprio. Inseguiamo il figlio di puttana di un duergar nelle fogne che, sorpresa delle sorprese, ora son allagate per un bel pezzo, ma lui ha fatto puff. Liliketh si spoglia (uao, la prima cosa stereotipata da barda che fa!) e si butta in acqua a farsi un giro (come non detto: prendi questo, Gary!). Mentre qualcuno in party smascella per la cosa consegnandole il titolo di Miss Tiefling Bagnata, Lily scopre che c’è un gorgo e torna fuori dall’acqua a riferire. Accorrono elfo, mezzorco e tipa-armaturata della Foglia d’argento a fare un sopralluogo, gli altri del party tornano in superficie a fare robe e giocare con i pezzi di armatura rischiando di agglomerarne troppi e creare esplosioni insensate (bravo Grugnak che ci riesce pure!) mentre la barda si riveste con tutta calma e consiglia al mezzorco di mascherare meglio l’identità del suo capo, in perfetto stile “so cosa hai fatto l’estate scorsa”, ma quello non si scompone, acchiappa il consiglio e tanti saluti. Quando Lily torna in superficie dà una mano al nano-fabbro a caricare a suon di magia un’armatura di quelle rimate integre, per capirne il funzionamento, e oh, funge, ma solo per il tempo di dargli un ordine che esegue prima di disattivarsi: al nostro master è piaciuta l’idea di mescolare i golem ebraici con la tecnologia da artificer, maledetto adorabile pazzo ❤
Ordunque, la ciurma si disperde.
Andiamo un po’ a destra, un po’ a sinistra, c’è chi urla “Ma anche no!” dagli angoli con voce tabaxica quando qualcuno vuole andare dalla farmacista, continuiamo a compiere l’errore di andare da sto povero cazzo di emporista a cercare robe che non ha facendogli ormai rimpiangere la carriera da banco informazioni. Comunque, Lily dalla farmacista: attenzione attenzione, invece persona adorabile, le lascia pure dei veleni da provare e una misteriosa pozione con asterisco cui bisognerebbe fare attenzione a svitare persino il tappo. Bene così, meno male che abbiamo culo e carisma grosso, va là!... anche se mò ho una nuova ship.
Sorvoliamo!
Ognuno fa le sue spese, le sue robe, e torna il mezzorco della foglia d’argento che sapendo che dobbiamo andare a prenderci sto stronzo di duergar decide bene di infrangere un paio di regole e di darci roba –manco sua. E fu così che piovvero gli oggetti magici: anello anti-fuoco e terreno lavico & violino nuovo. Quasi tutti a nanna, quindi. Tranne Lily. La stronzona fa due più due: ci servirebbe un manolesta oltre al tabaxi, lui usa le armi da distanza ma uno che sappia accoltellare per bene non mi dispiacerebbe… e meglio ingaggiarlo, perché lei è pigra come la merda. Scrive i suoi fogli di reclutamento mentre il maestro delle rune pensa bene di schiaffarle appunto tre rune sul coppino (si sa mai che devi castare un cerchio che fa danni ogni turno e vorresti che la barda a cavallo ne fosse il centro). Giretto per i livelli meno bene della città, ma non si trova né presenta poi un cazzo di nessuno. Ma intanto proviamo come suona ‘stò violino nuovo. Suona bene, oh, pure i topi si girano a guardare. Aspè, seguono. Lily smette, i topi si disperdono. Ricomincia, rieccoli. Si ri-ferma, tornano alle tane. Dopo un paio di prove, forse capisce che quella musica piace un sacco ai sorcetti e se ne va finalmente a dormire quieta e serena.
Se non che, il giorno dopo si parte.
Qualche buon’anima ha pensato di comprare un carro e due cavalli, graziaddio, e ci allontaniamo da Highmoon in direzione X sulle tracce del duergar. Troviamo carovane che arrivano scazzate di dover pagar soldi a quattro sfaccendati che hanno anche la faccia tosta di chiederli a noi. E patapim e patapam, a suon di infilzate tutti tranne un codardo che se la fugge e il capetto di quella banducola sono a terra morti. Ah, già. Uno secco morto causa sciame di topi, evocato la prima volta e al primo attacco critico col 20: bravi sorcetti della violinista di Hamelin, rendete orgogliosa mammà!
In tutto questo, lo sfigato sopravvissuto “non” ci da informazioni: “non”, perché mentre parla dicendo che non può e non vuole o va nei cazzi gestiscola dicendoci ciò che vogliamo sapere. [continue]

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