1933.
Una ragazza austriaca si spoglia davanti a una cinepresa.
Corre nuda tra gli alberi.
Si tuffa in un lago.
Si chiama Hedwig Kiesler.
Il film è Estasi.
E il mondo non l’aveva mai vista una cosa così.
Mentre tutti parlano di King Kong, la vera ossessione diventa lei.
Louis B. Mayer, il boss di Hollywood, la battezza: “la donna più bella del mondo”.
I censori provano a fermarla, il film viene tagliato, vietato, nascosto.
Ma più lo nascondono, più diventa leggenda.
E Mussolini, dicono, non cedette la sua copia nemmeno per tutto l’oro.
Ma Hedwig non era solo bellissima.
Dietro c’era un cervello che sapeva stare zitto e osservare.
“Il mio segreto? Restare ferma e sembrare stupida.”
Mentre la guardavano come un soprammobile, lei memorizzava dettagli: armi, conversazioni, formule.
Era sposata con Friedrich Mandl, miliardario delle armi, amico e collaborazionista dei nazisti.
La portava in giro come trofeo, a banchetti con Hitler e Mussolini.
Lei, ebrea, li odiava tutti.
E quando provò a ribellarsi, lui la chiuse nel castello.
Bella, sí e prigioniera.
1937
Sedò la cameriera, indossò i suoi abiti, vendette i gioielli.
E scappò.
Destinazione Londra.
Lì incrociò di nuovo Mayer.
Questa volta firmò.
E nacque Hedy Lamarr.
Hollywood la accolse: sette film di successo uno dietro l’altro, sul set con Clark Gable, Judy Garland, Bob Hope.
Era una star.
Una diva.
Ma il suo cuore era ancora in guerra.
1942.
Hedy mette sul tavolo la sua arma più potente: il suo cervello.
Inventa un sistema di trasmissione segreta, per impedire ai nazisti di bloccare i siluri radiocomandati.
Un’idea folle, visionaria, troppo avanti per i militari del tempo.
Un’idea che, decenni dopo, diventa Wi-Fi, GPS, Bluetooth.
Il mondo l’ha voluta ricordare solo come “la più bella di Hollywood”.
Ma lei era molto di più.
Era un cervello.
Un’inventrice.
Una ribelle.
Una donna che si è inventata libera.
2000
Il 19 Gennaio, in Florida, a 85 anni, si è spenta.
O forse no.
Perché ogni volta che ci connettiamo, che seguiamo una mappa, che mandiamo un segnale nell’aria…
dietro c’è ancora lei.
