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William J
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LE
VOSTRE
OPINIONI

William J
William J  
2 d ·Vertalen

In pratica, detto in due parole, se parli (ho hai parlato) male del Re sui social network non puoi entrare nel suo regno.

Chi intende visitare gli Stati Uniti dovrà prepararsi a «rivelare» gli ultimi cinque anni della propria vita sui social media. Le nuove regole, ed è questa la novità più significativa, si applicheranno anche a chi appartiene al programma di esenzione dei visti, come i cittadini dell’Unione europea (italiani compresi). È quanto si legge nella nuova proposta dell’amministrazione Trump.

Secondo l’avviso pubblicato mercoledì dal Dipartimento della Sicurezza interna, i richiedenti l’ingresso negli Stati Uniti nell’ambito del programma di esenzione dal visto saranno tenuti ad aggiungere i social media come «elemento obbligatorio dei dati». Finora, infatti, questa voce è opzionale.

La modifica proposta riguarderebbe i 42 Paesi i cui cittadini e nazionali possono soggiornare negli Stati Uniti fino a 90 giorni senza un visto, previa una procedura di controllo pre-viaggio tramite l’Electronic System for Travel Authorization (l’ESTA). Le proposte sono soggette a un periodo di preavviso di 60 giorni nei quali si possono inviare anche delle proposte di modifica.

https://www.corriere.it/econom....ia/trasporti/aerei/2

Per entrare negli Usa i turisti (anche italiani) dovranno mostrare cosa hanno fatto sui social negli ultimi 5 anni | Corriere.it
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www.corriere.it

Per entrare negli Usa i turisti (anche italiani) dovranno mostrare cosa hanno fatto sui social negli ultimi 5 anni | Corriere.it

La novità contenuta in un documento depositato dal Dipartimento della Sicurezza interna. Sparirà anche il sito web per la registrazione degli Esta
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annarita

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William J
William J  
4 d ·Vertalen

[RIASSUNTO]
Mi preme parlare di un’altra cosa.
Ovvero del fatto che, oggi, dire “Ehi, ma quella casa editrice pubblica dei libri in cui si esaltano le SS”, in questo Paese, sia diventato un incentivo ad andare a comprare i loro libri.
A mio modo di vedere il vero, enorme, problema, è solo questo.
Siamo questi, oggi.
[FINE RIASSUNTO]
Insomma, a quanto pare, dopo la notizia di Zerocalcare che ha deciso di non partecipare a “Più libri, più liberi”, lo stand della casa editrice neofascista “Passaggio al bosco” è diventato il più visitato in assoluto della fiera.
Tutti i libri venduti, file infinite allo stand.
Che è un po’ quello che è avvenuto, come mi faceva notare un amico, con Vannacci: un libro che il generalone aveva venduto si e no ai parenti più stretti, dopo che se ne è parlato ovunque è diventato un best seller.
Su quanto accaduto si possono fare tutti i ragionamenti che vogliamo: si può dire “Visto? Gli avete fatto pubblicità!”, ma anche: “Non si può tacere sulle storture del mondo perché poi le facciamo diventare simpatiche a ogni coglione in circolazione”, è tutto lecito.
Io, a scanso d’equivoci, penso che lui abbia fatto quello che riteneva opportuno fare, ed è giusto così.
Però, in questa sede, mi preme di più parlare di un’altra cosa.
Ovvero del fatto che, oggi, dire “Ehi, ma quella casa editrice pubblica dei libri in cui si esaltano le SS”, in questo Paese, sia diventato un incentivo ad andare a comprare i loro libri.
A mio modo di vedere il vero, enorme, problema, è solo questo.
Recentemente ho letto una serie di statistiche davvero preoccupanti, sul nostro Paese: siamo la nazione con meno laureati dopo la Romania in tutta Europa (22%, contro una media OCSE del 42%), siamo quelli dove l’analfabetismo funzionale (ovvero l’incapacità di capire ciò che si legge) è più diffuso (il 37% degli adulti italiani ha competenze di literacy a livello “basso o inferiore”, cioè insufficiente per capire testi complessi, contro una media OCSE del 27%), siamo un Paese dove la ricerca è ferma e l’economia è stagnante da anni.
Siamo questi, oggi.
Siamo quelli che se gli dici che c’è uno che pubblica i testi sulla superiorità della razza ariana si fiondano in massa al suo stand a compare i libri.
Siamo un Paese in costante e inarrestabile declino sociale, culturale, economico, da decenni.
La verità è questa.
Altri (vedi la Spagna) crescono da tempo, su tutti i fronti, a velocità quadrupla rispetto alla nostra.
E non si vede all’orizzonte un segno di inversione di tendenza.
Ma ehi, noi c’abbiamo la pizza, la pasta e il pistacchio di Bronte.
E il presepe.
Non scordiamoci di difendere il presepe.
Non sia mai che ce lo rubino.
-
Pensiero scritto da Emiliano Rubbi.

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Fabrizio Tomatis

 
Se può esserti di consolazione, è molto probabile che i libri che i libri sulle SS che hanno comprato, non li leggeranno per intero e le parti che hanno letto non le comprenderanno nemmeno perché sono analfabeti funzionali. Detto ciò, stiamo sguazzando nella merda e stiamo cercando di convincerci che in realtà così e meglio perché l'alternativa sarebbe annegarci dentro, ma altri paesi da fuori ci guardano con pena e compatimento.
ClapClap
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· 1765269299
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William J
William J  
1 w ·Vertalen

Oggi ho spostato, smontato e montato mobili oltre a svuotare e riempire vetrine con robe pesantissime...
Sempre più stanco, ma non si molla un cazzo.

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Delen
William J
William J  
1 w ·Vertalen

Una lettera firmata da 80 autori ed editori chiede conto agli organizzatori di Più Libri Più Liberi della presenza di testi “neofascisti”, in particolare dell’editore Passaggio al Bosco. Come può una fiera dedicata alla cultura democratica ospitare cataloghi che celebrano figure e ideologie del nazifascismo? Da questa domanda nasce la lettera, firmata da oltre 80 autrici, autori e editori – tra cui Anna Foa, Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Christian Raimo, Caparezza – per chiedere spiegazioni all’AIE.

“Da autrici, autori, case editrici, e persone che frequentano le manifestazioni culturali, siamo rimasti sorpresi nello scoprire che tra gli stand della fiera abbia trovato spazio Passaggio al Bosco, casa editrice il cui catalogo si basa in larga parte sull’esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita”, si legge nella lettera. “Nelle dichiarazioni dell’editore, questi titoli rappresenterebbero ‘il punto di vista del pensiero identitario’; quale sia questo punto di vista lo si capisce scorrendo le schede dei libri: il pamphlet di Leon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen Ss, rappresenterebbe ‘impareggiabile contributo alla formazione dell’élite militante’”.

Degrelle e Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della Guardia di Ferro e del Movimento Legionario, figurano tra gli interpreti delle “più alte virtù di coraggio, disciplina, senso del dovere, altruismo e dominio di sé”, prosegue la lettera, che ricorda come queste siano solo alcune delle figure cardine di questo “pensiero identitario”. Per i firmatari “non si tratta di testi di studio o indagine su determinati periodi storici, ma di un progetto apologetico”.

Da qui la domanda all’AIE: com’è possibile che, pur nel rispetto di ogni orientamento politico, questo tipo di pubblicazioni sia stato ritenuto compatibile con il regolamento? Non c’è forse una norma – l’Articolo 24, “osservanza di leggi e regolamenti” – che impegna gli espositori a aderire “ai valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani”?

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William J
William J  
1 w ·Vertalen

Tanti auguri a me. 😁

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annarita

Tantissimi auguri!!!
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