Il Vasa o Wasa (oppure Regalskeppet Vasa) è un vascello svedese dotato di 64 cannoni, costruito per il re Gustavo II Adolfo di Svezia tra il 1626 e il 1628 ed affondato nel porto di Stoccolma il giorno stesso del varo, il 10 agosto 1628.
Dopo essere rimasto oltre tre secoli sott'acqua è stato ripescato nel 1961 e sottoposto al restauro. Oggi è esposto nel museo omonimo a Stoccolma.
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Avete già visto il trailer del live action de "Knights of the Zodiac" (I Cavalieri dello Zodiaco)?
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Esiste una #teoria secondo la quale i #dinosauri furono la causa della loro stessa #estinzione: una popolazione di troppi #animali finì per causare l’#effettoserra con i #gas dei propri #peti. La cosa più strana è che questa teoria non è né confermata, né confutata.
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«È finita la pacchia». Questa la frase che si è sentita rispondere Silvia Salis, vice presidente del Coni ed ex lanciatrice olimpica di lancio del martello (che ha sposato nel 2020 il regista Fausto Brizzi), nel momento in cui domenica, a Genova, alla fine del viaggio in taxi da casa all’aeroporto, ha provato a pagare la corsa con il bancomat.
L’ex atleta, pendolare tra il capoluogo ligure e Roma, si è sfogata con una storia su Instagram: «Nel taxi vedo il Pos quindi chiedo di pagare con il bancomat, 32 euro, mi dice che no, che ora lui non è più obbligato, che è finita la pacchia della banche, che a lui servono contanti».
I modi del conducente dell’auto bianca, racconta Salis, si fanno sgradevoli. «Di fronte alle mie obiezioni inizia a urlare con arroganza che ora, lui, può fare come vuole. Ora lui può fare, finalmente, come vuole. Italia 2022».
«Innanzitutto, voglio ringraziare i taxisti onesti che svolgono un servizio pubblico indispensabile, e che si dotano degli strumenti per accettare ogni tipo di pagamento, e che sono la stragrande maggioranza — puntualizza Salis in una nota al Corriere —. Segnalo, ad esempio, il taxista che ho incontrato al mio arrivo sabato all’Aeroporto di Genova, a termine corsa gli ho comunicato che avrei pagato con la carta, e lui mi ha detto “certamente signora, ma la invito a portare con lei del contante perché molti miei colleghi le faranno dei problemi”».
L’Amerigo Vespucci è apparso sull’orizzonte marino della costa ragusana con un miraggio: il miraggio inferiore.
La curvatura terrestre non mostra l’intero veliero ma solo i suoi alberi. La foto infatti è stata scattata dal lungomare di Marina di Ragusa ad un’altezza di circa 9 metri e quindi l’orizzonte visibile era a circa 10 km.
Oggetti bassi posti oltre i 10 Km di distanza dal punto di osservazione dello scatto non potevano essere visibili perché erano al di sotto dell’orizzonte ottico, ad eccezione della parte superiore dell’Amerigo Vespucci e dei suoi alberi che facevano capolino sulla linea dell’orizzonte.
La turbolenza atmosferica non aiutava a ottenere un’immagine nitida del veliero. Strati di aria calda, sotto strati di aria a temperatura più bassa, hanno generato questo miraggio inferiore, in cui le parti visibili della nave sono ribaltate verso il basso.
Il ribaltamento faceva apparire il bompresso del veliero come una grande bocca spalancata che avanzava verso il mare.
Post e foto di Marcella Giulia Pace (Greenflash.photo).
Fabrizio Tomatis
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annarita
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Markone
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